NON DIMENTICHIAMO IQBAL MASIH

Oggi si celebra nel mondo la Giornata mondiale contro la schiavitù minorile, una ricorrenza non casuale ma che ricorda Iqbal Masih, esempio della lotta contro questo fenomeno nel suo paese, il Pakistan, e per questo ucciso, dodicenne, 25 anni fa dopo una breve stagione di impegno civile che in due anni, dalla sua liberazione dalla schiavitù per debito in una fabbrica di tappeti, lo aveva portato alla notorietà internazionale.

Appartenente a una minoranza, quella cristiana, a sua volta sottoposta a discriminazione in una nazione in stragrande maggioranza musulmana ma dove non solo le minoranze ma anche una parte consistente della popolazione di fede islamica soffrono povertà, emarginazione e mancanza di possibilità, Iqbal resta oggi riferimento per molte organizzazioni (a partire dal Fronte per la liberazione dal lavoro forzato di cui era diventato testimonial) impegnate a contrastare una “piaga” ancora diffusa nel paese ma anche altrove

L’Unicef calcola che dei 46 milioni di esseri umani costretti a una delle varie forme di schiavitù sul pianeta, 25 milioni lo siano per debito e di questi il 51 per cento siano donne e bambini. Nel solo Pakistan, l’Organizzazione internazionale del lavoro stima in quattro milioni le persone, minori al 70 per cento di alcune aree e occupazioni, sottoposte a un sistema che lega individui ma spesso intere famiglie a una situazione di subordinazione, sfruttamento e pericolo da cui è estremamente difficile uscire per le condizioni imposte da proprietari terrieri e imprenditori tessili, gestori di miniere e datori di lavoro domestico.

Un sistema che sopravvive perché l’imposizione della schiavitù, se accolta per avere contratto un debito, non è perseguibile. Lo sono tuttavia i crimini che da essa derivano – minacce, abusi, violenza e, a volte, omicidio – non sempre facili da provare e perseguire in una realtà che risente, più ancora che delle carenze legislative, della stretta connessione tra politica, latifondo e imprenditoria senza scrupoli.

Stefano Vecchia