MYANMAR: SUL REGIME PESANO CONFLITTO E ISOLAMENTO

La situazione del Myanmar resta al centro di forte preoccupazione. Nessuna iniziativa diplomatica di rilievo è riuscita a smuovere la giunta dall’impegno a portare a termine il percorso elettorale una “vera democrazia” sotto controllo militare. Il regime, birmano cosciente dell’ostilità quasi assoluta che lo circonda non chiude però tutte le porte e in questo senso andrebbe l’accoglienza della Corte costituzionale del ricorso presentato dai legali della Premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, riguardo la revisione di alcune delle sentenze già emesse per complessivi 33 anni di carcere. Continua anche a lasciare aperti selettivamente spiragli di dialogo con la comunità internazionale, pochi giorni fa accogliendo – as esempio – l’ex segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Una visita non preannunciata, senza alcun incarico ufficiale, che ha visto l’incontro con il capo del regime per uno scambio di opinioni definite dal portavoce della giunta “positive” e “aperte”. Su un altro fronte a due anni dalla firma del “Consenso in cinque punti” tra giunta birmana e gli altri nove governi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Asean) di cui il Myanmar fa parte, l’organizzazione continua a verificare la sua incapacità di spingere il regime al dialogo. Non a caso il prossimo summit dell’organizzazione, a maggio, è atteso ancheì per vedere qualche risultato dal dibattito in corso in diversi Stati membri sull’opportunità di riconoscere un ruolo al Governo di unità nazionale (Gun) in clandestinità, formato in maggioranza da esponenti della Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi. Sul fronte della crisi, intanto, arrivano conferme che in diverse aree sotto il controllo delle milizie etniche, sono queste – in molti casi rodate da decenni di conflitto contro la dittatura – a preparare gli uomini delle Forze di difesa popolare, in maggioranza di etnia birmana e coordinate dal Gun. Un segnale che il comune impegno sta creando una convergenza inedita tra le componenti etniche, sociali e politiche di un paese-mosaico.

STEFANO VECCHIA