GIAPPONE: ANCHE IL MITO CONTRO IL CONTAGIO

Dovendosi confrontare con sfide eccezionali, il Giappone – secondo la sua tradizione shintoista arcipelago creato dagli dei – ricorre ancora al suo cuore ancestrale. Come l’apparizione del mitico pesce-gatto Namazu annuncerebbe eventi catastrofici, alla diffusione in corso del Covid-19 è connessa l’apparizione di un essere sovrannaturale, l’Amabie, una specie di tritone se lo riportiamo a immagini a noi più familiari, che emerge dal mare per annunciare o accompagnare un’epidemia.

Una serie di avvistamenti si sarebbe succeduta nei secoli, ma le prime immagini dell’essere metà uomo, metà pesce, con i lunghi capelli, il becco e un corpo ricoperto di squame arriverebbero da riproduzioni del XIX secolo di precedenti incisioni. L’unica relazione di un incontro ravvicinato con la creatura è quella di un funzionario governativo e sarebbe avvenuta presso le coste dell’isola di Kyushu. Datato dalla biblioteca dell’Università di Kyoto come risalente all’aprile 1846, il breve rapporto include una illustrazione e la descrizione dell’essere, accompagnate dalla sua profezia di sei anni di buoni raccolti come pure di una incombente minaccia di epidemia che la diffusione della sua immagine avrebbe contribuito a limitare.

La situazione attuale ha riportato alla mente la memoria dell’Amabie e si sono moltiplicate ovunque, su stampa, online o in forme artistiche e artigianali, persino in siti web ufficiali, le raffigurazioni fantasiose ma benevole di questo essere. Un altro esempio di come il mito e il mistero siano sempre prossimi alla realtà dei giapponesi, alimentando a volte timori ancestrali ma fornendo anche conforto e risposte davanti ad eventi terrificanti o inspiegabili.

Stefano Vecchia